Luciano
Ghersi, Didattica Tessile
Tappeti Istrice 2003
Tessitura con Disabili
Centro di Diurno di Socializzazione "Istrice" (Scandicci,
FI)
Questi tappeti sono tessuti a mano da Utenti Disabili.
Si utilizza un telaio della serie che fu costruita interamente
con ferri di recupero in occasione di un progetto tessile monumentale
realizzato con Alunni e Insegnanti di 1a e di 3a elementare (Nota 1). Nonostante l'aspetto bizzarro e il riciclaggio dei
rottami moderni, la meccanica di questi telai coincide esattamente
con quella del telaio
a pedali tradizionale. Si sono ridotti
soltanto il numero dei fili e l'ampiezza del pettine, perché
l'esperienza della tessitura fosse davvero accessibile a tutti.
I bambini di 6 - 8 anni hanno appreso immediatamente a manovrare
questo telaio. Esso è stato poi usato nelle occasioni
più varie con centinaia di persone di ogni età,
prive di qualsiasi esperienza nella tessitura (Nota 2).
Tessere, in 4 parole, è: "passa, tira, cammina,
spingi", che corrispondono ai gesti di: Passare il gomitolo,
Tirare indietro il pettine, Camminare sul pedale, Spingere avanti
il pettine. Chi viene iniziato alla tessitura, prima ancora di
toccare il telaio, memorizza la sequenza operativa dei 4 gesti
tessili con un'azione
mimica e vocale, che esegue marciando
o danzando. L'espediente può apparire curioso ma è
molto efficace. Analoga procedura didattica fu poi riscontrata
fra i tessitori tradizionali dell'Africa Nera (Nota 3).
Per semplificare ulteriormente il lavoro degli Utenti,
la navetta è stata eliminata, ciòè: il filo
della trama (che va e viene attraverso l'ordito) non è
avvolto in una spola. Qui nel varco dell'ordito, si inserisce
direttamente un gomitolo di cordoni grossolani, trovati in abbondanza nel
Laboratorio di Tessitura del Centro. Nonostante i colori e i
materiali incongrui (lane e acrilici, soffici e secchi), i gomitoli
trovati si rivelano ottimi per tessere grossi tappeti a gran
velocità (Nota 4). D'altra parte, il telaio ai pedali accelera pure
notevolmente il lavoro, rispetto ai telaini da tavolo di cui,
normalmente, si dotano i Centri.
L'Utente può vedere il suo lavoro che cresce a vista d'occhio. Questi progressi sono marcati sul tessuto con una
striscia di adesivo, sulla quale si segna l'altezza raggiunta.
Vari Utenti si avvicendano allo stesso telaio, a seconda dei
turni assegnati nel Centro per le Attività. Raggiunti
i 2 metri, si interrompe la trama, lasciando vuota una porzione
di ordito. Poi questi fili scoperti saranno annodati in mazzetti
e diventeranno le frange del tappeto.
Siccome il tessuto non è più largo di 30
cm, gli Utenti ne cuciono insieme 4 o 5 strisce. I tappeti finiti
misurano circa 190 cm per 120 o 150. L'effetto cromatico di ogni
tappeto è frutto insieme del caso, della necessità
e di scelte deliberate. Si inizia operando una selezione preventiva
nello stock di gomitoli. I gomitoli scelti vanno in un grande
canestro a portata di mano del tessitore. L'Utente seleziona
dal canestro un particolare gomitolo e lo tesse interamente fino
a che non sia esaurito. Poi sceglierà il successivo gomitolo.
Proseguire la tessitura con un nuovo gomitolo non implica
soltanto opzioni estetiche ma anche opzioni logiche (o più
precisamente: topologiche). Infatti, finché dura un gomitolo,
è facile (e anche piuttosto inebriante) coordinare ritmicamente
braccia e gambe, sopra e sotto, destra e sinistra. In caso di
difficoltà, si può sempre pronunciare la formula
che si è memorizzata con il mimo: "Pas... Tir...
Camm... Spin..". Quando il filo però si interrompe,
il nuovo gomitolo dovrebbe proseguirne il percorso, nella stessa
direzione e nello stesso passo di ordito. Altrimenti, i piedi
e le mani perdono il ritmo e la coordinazione.
Questo problema topologico si potrebbe magari evitare annodando
la coda del nuovo gomitolo con capo del vecchio ma è meglio
stimolare l'Utente perché lo risolva, infine, da sé.
In sostanza, qui la bocca dell'ordito si apre in due "passi"
dove passano i gomitoli. E' importante imboccare il passo giusto,
altrimenti si fa come Penelope e si sfila invece di infilare.
Il passo giusto si fa col piede giusto, perché l'ordito
è aperto dai pedali. Per visualizzare il problema, qui
in genere si ordisce "fil à fil" cioè:
1 filo bianco - 1 filo nero, alternati pari - dispari. Sicché
quando gioca con mano e piede destri, chi tesse vede alzarsi
i fili neri, quando gioca di sinistra, vede solo fili bianchi.
Data all'occhio così, la sua parte, tocca al resto del
corpo
di ingegnarsi a trovare la soluzione. Questa implica i piedi
e le mani, le braccia e le gambe, l'assetto spinale. Ma l'Utente
è pure alle prese con corpi più semplici: i fili
(che hanno solo capo e coda, come il serpe). E' pure alle prese
con un corpo più complesso: il telaio, che mangia, parla
e cammina, con passi misteriosi e con bocche differenti... tralasciando
altre azioni di altri organi, che sarebbe troppo lungo elencare.
LG, Firenze, Giugno 2003
1) "La Borsa di Giganta",
Jacquard, 32/1997. Anche su: www.hypertextile.net/GHERSI/testi/giganta/giganta1.htm
.
Più immagini su: www.hypertextile.net/GHERSI/coop-did/gig1-it.htm
.
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2) "Il telaio: da feticcio
antiquariale a strumento di arte pubblica" in "Tessere
a mano", Università degli Studi di Camerino,
1998. Anche su: www.hypertextile.net/GHERSI/perf-int/var-it.html
. Più immagini su: www.hypertextile.net/GHERSI/perf-int/gh1-it.htm
.
"Global Home", Il Giardino di Daniel Spoerri, Fi 1998. ISBN 88-86404-65-4. Anche
su: www.hypertextile.net/GHERSI/testi/GHtext.htm
.
"Arco Trionfale delle Arti",
Istituto Statale d'Arte G. De Fabris (Nove, VI). www.hypertextile.net/GHERSI/coop-did/arc1-it.htm .
"Moelv Vev Tog" (il Treno
tessuto di Moelv), Ferrovie dello Stato di Norvegia, www.hypertextile.net/GHERSI/perf-int/tre1-it.htm
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3) "Piedi che aprono, mani
che battono: il tessuto secondo gli Ewe", Jacquard,
32/2001. Anche su:
www.hypertextile.net/GHERSI/afro/piedich1.htm
.
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4) (Prima
foto in alto a sinistra). Un enorme stock di gomitoli, retaggio
di antiche Attività, consistenti in (1) dipanare una matassa
avvolgendo un gomitolo, (2) avvolgere insieme i fili di vari
e disparati gomitoli in un nuovo gomitolo, (3) lavorarlo a catenella
con l'uncinetto, (4) avvolgere la catenella ottenuta in un ulteriore
gomitolo. Le attività di gomitolazione sono in genere
gradite ma piuttosto nocive per gli Utenti, già caratterialmente
raggomitolati: "Walter Benjamin ha pur celebrato filosoficamente
'quanta magia c'è nel semplice gesto di avvolgere un gomitolo'...
ma non ogni incantesimo è benefico". (in Operatori
e Operati Sociali, tessereAmano 5/2002, anche su www.hypertextile.net/GHERSI/testi/operat.htm
.
Comunque sià, è stato proprio quello stock di gomitoli
a fornire l'idea e il materiale per questo progetto di tappeti.
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