Triana,7 DICEMBRE 1995
Caro Direttore (del settimanale di annunci "Arturo")
la storia che Le sto per raccontarLe sarebbe anche ridicola però
può diventare assai istruttiva, soprattutto per dei giovani
studenti di arte Ma che cos'è, oggi, l'arte? Vediamolo.
Mi chiamo Luciano Ghersi, di professione tessitore a mano. L'estate
scorsa venni casualmente coinvolto per tenere a Grosseto uno
dei corsi estivi intitolati Maestri di Bottega inseriti nel pacchetto
di CELTRACON, la cosiddettaRassegna Internazionale d'Arte Contemporanea.
Rassegna in realtà più emiliana che internazionale,
come ho in seguito appreso, leggendone i lussuosi cataloghi stampati
a spese del Comune.
Ebbi così l'idea di vestire il monumento a Canapone con
un poncho intessuto di rifiuti. Un'innocente provocazione ecologica:
gli allievi ne furono entusiasti, hanno imparato come funziona
il telaio e ci siamo divertiti un sacco. Invece il Direttore
Artistico di CELTRACON non si è divertito affatto: un
artista che non apparteneva sua scuderia si era troppo allargato.
Non si era proprio potuto escluderlo fin dall'inizio: era l'unico
Maestro dei corsi che risiedesse nel territorio di Grosseto.
Adesso rischiava di mettere in handicap i suoi protetti, cioè
di rubare i primi piani sui media a questi Maestri e al loro
sponsor (un'industria faentina di ceramica, cui ora non faccio
il favore di nominarla).
Non solo: il Direttore Artistico aveva in programma di installare
certe sculture delle "sue" in giro per Grosseto e poi
di farne comprare qualcuna al Comune, fuori busta dall'alquanto
discusso budget di CELTRACON. Budget che include, tra l'altro
12 milioni (più autista da/per Bologna e le spese) per
Giorgio Celli, il popolare anchor-man scientifico. 12 milioni
pagati dal Comune di Grosseto in cambio di 4 paginette sul solito
catalogo CELTRACON.
Ma, tornando al progetto segreto delle sculture, un intruso come
me aveva inconsapevolmente preceduto (gratis) questa "grande
novità per Grosseto": l'installazione di arredi urbani.
Per giunta, questo era accaduto non con una pomposa opera d'arte
ma con l'imparaticcio degli studenti di una arte minore, come
è considerata la tessitura. Nino Migliori (questo è
il nome del Direttore) ha sentito il pericolo dell'inflazione
e di una invasione nel suo territorio artistico e urbano. Dovrei
definire la sua reazione artisticamente mafiosa? Lo sto facendo.
Infatti il prossimo 23 dicembre, in occasione della mostra Confronti,
ultimo atto di CELTRACON, saranno presentati anche i lavori di
Maestri di Bottega, tra cui, gioco forza, l'abominevole Poncho.
Pazienza ma, come si sa, nell'attuale società dell'immagine,
la cosa più tangibile emeno effimera di qualsiasi mostra
è sempre il suo catalogo. E i cataloghi di CELTRACON li
fa anche materialmente il suddetto Migliori, non solo come Direttore
Artistico ma (oplà!) ora in veste di titolare di una agenzia
di grafica-marketing-pubblicità chiamata PUBLIMAGO (forse
perché praticante di magia nera).
Ora (secondo il suddetto mago di grafica-marketing-pubblicità)
su questo prezioso suo dépliant, tra le altre immagini,
non dovrà assolutamente comparire la foto del Poncho addosso
a Canapone, bensì una foto del poncho senza Canapone:
ridotto così a un cencio qualsiasi, senza contesto né
dimensioni. Così verrebbe comodamente esorcizzato tutto
il percorso didattico e il lavoro degli studenti, impegnatisi
appunto nella tessitura di questo arredo urbano. Non considero
affatto questa nostra operazione del Poncho un capolavoro: sarà
discutibile, sia dal punto di vista didattico che da quello artistico.
Ma, per poterne appunto discutere, non dovrebbe venire nascosta.
Naturalmente, ho già piantato tutto il casino possibile,
mi sono rifiutato di mettere l'opera a disposizione di CELTRACON
perché ne non facessero una falsa fotografia, ho invece
consegnato (gratis) le foto vere. Mi è sembrato necessario,
proprio come docente, di informare le mie allieve di tutta la
vicenda, così esemplare delle odierne dinamiche dell'arte.
Esse poi sono andate a lamentarsi con il Comune di Grosseto (ufficio
Cultura, visto che non gli è riuscito di raggiungere il
Sindaco).
Il Comune (che, ricordiamolo, è il committente di CELTRACON
) ha declinato con loro ogni responsabilità, come già
aveva fatto con me, quando l'ho imputato direttamente della possibile
censura. Sicché ora l'etica (credo) professionale mi ha
imposto di informare la stampa, chiedendo in primo luogo ad ARTURO
di ospitare una sorta di "catalogo alternativo" e di
invocare la solidarietà di tutti gli altri artisti, nonché
galleristi, critici d'arte, cuochi e fornai.
Sarebbe un peccato che l'iniziativa del Regesto [vuol dire registro]
degli artisti grossetani (che sarà inaugurata nella mostra
Confronti) prendesse la solita piega dell'arte in Italia. Il
23 dicembre, giorno dell'inaugurazione, sarà l'occasione
di alcune innocue iniziative: il Poncho (se esposto) sarà
attraversato dalla scritta "CENSURA SU CANAPONE ",
verrà offerta al pubblico una spilletta di Canapone col
Poncho (da mettere all'occhiello) e distribuito il "catalogo
alternativo".
Confidando nella Sua solidarietà
e nella Sua partecipazione al rinfresco.
Luciano Ghersi tessitore
STORIE DE Il PONCHO
di Leopoldo II
Dal
sogno del cavallo al poncho di Leopoldo
Il Corso o Bottega
CENSURATO CANAPONE