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reports

Le Bugie di Teresa /2:
l'"autrice" replica
Tessimilia pubblicò una recensione del libro Il Telaio di Teresa.
Allora, sotto il titolo
Le bugie di Teresa, Eva Basile dimostrò che le figure inserite nel libro (spacciate per originali e riferite alla tessitura rustica del Mugello) erano state invece, sottratte a un classico testo sulla tessitura inglese. Tessimilia ora riceve una replica dell"Autrice" di quel libro e la pubblica qui sotto integralmente. A fianco, Il WebMaster controreplica.

10 Feb 2001
From: "Maria M. Manetti"
To: webmaster
  tessimilia.bizland.com
Ref.: Articolo su vs. sito "le bugie di teresa" di Eva Basile.

Essendo stata chiamata in causa come autrice del libro "Il telaio di Teresa", edito dalla libreria Editrice Fiorentina, intendo precisare quanto segue in merito ai pesanti rilievi a me indirizzati:
 1. sono rimasta molto sorpresa ed amareggiata perché un libro scritto per onorare una persona cara come la nonna è stato frainteso e si è trasformato di fatto in una offesa alla sua memoria ;
 2. L'estensore del testo non sono io ma mio zio Giorgio, figlio di Teresa, che ricordandosi bene l'attività di tessitrice di sua madre, ha descritto tutto secondo la sua memoria. Io sono in possesso del manoscritto dello zio al quale ho lavorato insieme a mio marito per consentirne la pubblicazione senza peraltro apportare variazioni sostanziali ;
 3. Il mio libro non vuole avere la pretesa di dare delle spiegazioni di come si fa a tessere, ma vuol essere solo un omaggio alla mia nonna la cui storia è un po' lunga da raccontare. Tanto piu' che un libro il cui costo è di lire 2500 non ha certo pretese divulgative. Infatti per me era solo un gesto di riconoscenza a questa donna che fino da bambina ha dedicato la vita al telaio;
 4. Per quello che riguarda le immagini riprese dal libro di L.Hooper "Hand-Loom Weaving Plain and ornamental", libro in mio possesso, le ho sempre guardate e ammirate perché mi facevano rivivere la mia infanzia. Per questo motivo prendere quelle figure e trasporle sul libro "Il Telaio di Teresa" non mi è sembrato diffamatorio e tanto meno un atto scorretto, non essendo piu' il testo soggetto a diritti di autore. Certo riconosco di aver, anche se involontariamente, omesso il riferimento all'autore ma questo è un evento da imputare alla mia totale inesperienza editoriale. Ritengo che secondo quanto da me sovraesposto di poter chiedere all'autrice del reports "Le bugie di Teresa" di ripristinare il titolo originale del libro e cancellare le accuse di persona incauta e poco onesta', ferma restando la sua facolta' di critica.

Maria Manetti

11 Feb 2001
From: "WebMaster Gi"
To: "Maria M. Manetti"

Come avviene normalmente, Il titolo del pezzo "le Bugie di Teresa" non è dell'Autrice ma redazionale, è dunque opera mia. Stando alla Sua lettera, pubblicata qui di fianco integralmente, dovrei ora correggere il titolo così: "Le bugie e furti di Teresa". Ovviamente chi è bugiardo (con quel che ne segue... secondo il popolare proverbio) qui non sarebbe la nonna Teresa...
Innanzitutto, è impossibile accettare la Sua scusa "di avere, involontariamente, omesso il riferimento all'autore". Infatti, la Sua cancellatura sistematica delle firme (inglesi) contenute in ogni disegno "degli oggetti originali" (mugellani) non può essere affatto involontaria. Qui ci ha dato alla grande di bianchetto o Photoshop. En passant, guardi qui: Le è sfuggita una firma a pagina 41, dove le virili mani di Teresa tesserebbero canapa con inconfondibili navette da seta...
 Ma ora c'è di peggio... è Lei stessa a rivelarci che ha copiato anche il testo: da un manoscritto del figlio di Teresa. Insomma da Suo zio, signora Manetti... e qui affiora un secondo proverbio: la popolare rima di "parenti". Anche qui, ovviamente, la rima non si applica allo zio. Il "Suo" libro afferma di descrivere il ciclo completo della tessitura "così come lo ha vissuto e lo ricorda il figlio di una tessitrice". Appare cioè, come la registrazione o il ricordo di una testimonianza orale, non risulta che accenni a una fonte scritta. Soltanto ora, dalla Sua lettera, si apprende che Lei ne ha utilizzata una, "senza peraltro apportare variazioni sostanziali". L'autore-zio potrebbe dunque essere quel Giorgio Margheri, citato alla rinfusa fra i tre "curatori del testo". A meno che questo Giorgio non sia quel fratello-antiquario che La fornisce di balle (nel senso dei sacchi), a cui sto per arrivare.
 A parte le Sue ammesse incompetenze in materia di tessitura e di editoria, mi pare che Lei renda un omaggio singolare alla memoria dei suoi cari (parenti e libri)! Lei se ne appropria con disinvoltura, ricamandoci sopra qualcosina di Suo o meglio, copiato da qualche altra parte. Il che, francamente, mi pare corrispondere a quelle balle di stoppa (o sacchi di canapa) da Lei ricamati, che Lei si premura di propagandare nella Sua prefazione al "Suo" libretto. Qui per altro, in capo d'opera, Lei ha avuto la cura di piazzarci l'unica immagine non trafugata dal libro di Hooper. Qui sta l'unica farina del "Suo" sacco o piuttosto: è un antico "sacco con marchio" di cui Lei fa ricamo e commercio.
Purtoppo, signora Manetti, il Suo caso non è neanche tra i più gravi, nel saccheggio globale di ogni cultura popolare. Se ne avesse lo scrupolo, Le suggerirei di proporre al Suo editore (la peraltro benemerita LEF) la pubblicazione integrale del manoscritto dello zio, indicato quale autore. Anche Tessimilia lo pubblicherebbe assai volentieri nel Web. In ogni caso, per quanto riguarda le "illustrazioni degli oggetti originali", Tessimilia potrà suggerirLe ogni possibile fonte.

WebMaster Gi


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