ARTISTS AT WORK
NEW TECHNOLOGY IN TEXTILE AND FIBER ART
18 Settembre 30 Novembre 2003
MUSEO DEL TESSUTO di PRATO
COMUNICATO STAMPA
Filato di crèpe di seta e acciaio inossidabile,
seta e alluminio, organza e stampa digitale, inchiostro termocromatico
e tessuto non tessuto, fibre di vetro e acciaio armonico: negli
ultimi venti anni la produzione tessile ha subito innovazioni
radicali. In che modo gli artisti e i designer del tessile sono
stati ispirati da queste nuove tecnologie?
Artists at Work. New Technology in Textile and Fiber Art,
che si inaugura il 18 settembre al Museo del Tessuto di Prato,
risponde a questo interrogativo.
La mostra, curata da Patricia Kinsella, artista tessile
che vive e lavora a Prato da molti anni, propone una selezione
di opere di arte tessile contemporanea. È realizzata in
collaborazione con The European Textile Network (ETN), un'associazione
internazionale che da oltre 10 anni promuove e diffonde la cooperazione
tra musei, istituzioni, associazioni o singoli individui che
operano nel settore tessile. Il progetto di allestimento è
stato curato dallo Studio Riccardo Rami e dall'Architetto Francesco
Paletti con i ragazzi di Technè, il corso di formazione
per la gestione e l'allestimento di opere d'arte contemporanea
del Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci.
In occasione di questo evento, si terrà anche la
XII Conferenza Internazionale di ETN dedicata alle New Techologies
and Materials, la prima organizzata in Italia, che si svolgerà
dal 18 al 21 Settembre tra l'Auditorium del Palazzo dell'Industria
e il Museo del Tessuto.
Artists at Work rappresenta un punto di equilibrio tra
arte, scienza e industria. Inserita nella secolare tradizione
tessile pratese, la mostra sottolinea l'esistenza di un forte
legame tra il mondo dell'arte e dell'espressione artistica con
la moda e la produzione tessile; riflette le trasformazioni subite
dal settore nel corso degli ultimi venti anni, come l'introduzione
di stampe digitali, di fibre ottiche, di tessuti computerizzati
e di stoffe "intelligenti", che riparano non solo dagli
agenti atmosferici, ma anche dai batteri o dai raggi ultravioletti.
Una giuria internazionale, costituita da artisti tessili
e da esperti del settore quali Frances Geesin, Stefania Gori,
Patricia Kinsella, Emanuele Lepri, Miranda B. McPhail e Beatrijs
Sterk, ha giudicato il lavoro di 153 artisti (provenienti da
24 Paesi europei), selezionando 58 opere di 37 artisti. L'artista
americana Frances Geesin è stata invitata ad esporre il
suo lavoro in tessuto in fibra metallica elettroformato dal titolo
"Time Revealed".
Le opere scelte sono molto diverse
tra loro per dimensioni, materiali e tecniche impiegate: dal
lavoro di Sonja Weber, un'opera murale lunga tre metri e realizzata
al telaio jacquard computerizzato, al tessuto non tessuto in
fibra metallica di Scilla Speet. Oppure "Steel Pleat"
di Ann Richards, lavoro che nasce dall'unione di un filato di
crepe di seta con acciaio inossidabile, che conferisce al tessuto
particolari effetti e distorsioni. L'acciaio inossidabile e il
poliestere sono poi i materiali che, modellati a caldo, compongono
un fantascientifico top tridimensionale dal titolo "3D Cube
Pleat Top", opera di Sharon Baurley; Gina Morandini per
il suo "Beyond 2000" ha invece utilizzato nastri di
acciaio armonico e fibre di vetro. I tessuti luminescenti sono
presenti con "Aluminum Bonded Dress" di Sophie Roet,
nato dalla combinazione di seta e di alluminio, quest'ultimo
ricoperto internamente con pigmenti fosforescenti; K. Politowicz
nel suo lavoro "Particle Fabrics: Lantern Grid" riveste
con tessuto non tessuto sottili tubi fluorescenti saldati a ultrasuoni,
incisi a laser e fissati con magneti industriali. L'illusione
del movimento in "No Frills" di Sarah Taylor è
suggerita dalle fibre ottiche che proiettano una luce colorata
intermittente. Un altro lavoro dinamico è "Pulsating
Object" di Zane Berzina: attivati da fluttuazioni termiche,
i colori cambiano attraversando la scultura in onde, grazie all'uso
di inchiostri termocromatici. Bitten Hegelund e Wilma Kuil sono
due delle artiste che utilizzano nei loro lavori la stampa digitale:
la Hegelund nella sua serie "Pleat" crea trompe-l'oeil
di grandi dimensioni su tessuti; la Kuil in "Between Heaven
and Earth III" propone immagini oniriche manipolate al computer
e poi trasferite sul tessuto di satin e organza attraverso la
stampa digitale.
ELENCO ARTISTI
Anniken Amundsen, N
Hildegund Bachler A
Sharon Baurley,UK
Zane Berzina UK,D
Philippa Brock,UK
Ciempiés, E
Simon Clarke, UK
Hil Driessen NL
Janet Emmanuel UK
Silvia Federova, Slovakia
Frances Geesin UK
Irina Grodzinskaja DK
Bitten Hegelund DK
Anke Hennig D
Ainsley Hillard UK
Gisela Hoffmann D
Janis Jefferies UK
Anda Klancic Slovenia
Wilma Kuil NL
Anja Madsen F
Katarina Macova Slovenia
Gina Morandini I
Monica Notarbartolo I
Philip O'Reilly UK
K. Politowicz UK
Dorothea Reese-Heim D
Ann Richards UK
Sophie Roet UK
Peteris Sidars Lettonia
Scilla Speet UK
Norma Starszakowna UK
Erika Streit CH
Sarah Taylor UK
Katharina Thomas D
Machi Ue I
Sonja Weber D
Grethe Wittrock DK
Ute Wolff D
ARTISTS AT WORK
NEW TECHNOLOGY IN TEXTILE AND FIBER ART
18 Settembre 30 Novembre 2003
MUSEO DEL TESSUTO di PRATO
EX- Fabbrica Campolmi
Via Santa Chiara 24
59100 Prato (PO)
Lunedì Domenica 10.00 18.00
Martedì chiuso.
Ingresso: 4 ¤
Info
Tel. 0574-611503
Fax. 0574-444585
www.museodeltessuto.it
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I criteri di ammissione
a questa mostra, dedicata a "il rapporto fra tessuto, nuove
tecnologie e l'innovazione" suscitarono varie incertezze
tra quanti erano intenzionati a parteciparvi. Beatrijs Sterk,
direttrice di ETN e membro di giuria, pubblicò addirittura
su Textile Forum (4/2002) un elenco di FAQ, domande frequenti.
Vi si legge tra l'altro a:
"Quali innovazioni
si richiedono e a quale scopo?"
"Gli organizzatori cercano dei pezzi artistici, unici o
in serie limitate, nei quali gli artisti, i designer e gli artigiani
(craftpeople) abbiano lavorato creativamente con nuove tecnologie
e materiali high-tech. Lo scopo della mostra è di esplorare
le connessioni creative tra l'arte e la produzione industriale
high-tech. E' per questo che ci sforziamo di tenere la mostra
in contemporanea con la Fiera Tessile di Prato (non ci sono poi,
riusciti - n.d.r.). Un lavoro genericamente innovativo, per esempio:
lavorare con la carta, stoffe idro-solubili o plastica e fili
metallici, non è sufficiente per partecipare a questa
mostra. 'Tecnica personale' non è un criterio innovativo."
Allora, come mai è stata ammessa una tela tessuta a mano,
la cui unica "innovazione" consiste appunto nell'impiego,
puro e semplice, di "plastica e fili metallici" (Silvia
Fedorova)? Dove stanno le "nuove tecnologie" nella
cucitura a mano di palloncini sgonfi (Katarina Makova)? Sono
solo due esempi, tant'è vero che, in catalogo, la curatrice
Patricia Kinsella scrive esplicitamente:
"(...) in tutte le opere esposte il contenuto sperimentale
ed espressivo è predominante. In certi casi, il materiale
tecnico viene impiegato in un contesto inusuale e utilizzato
per il suo aspetto visivo o plastico (...) spesso la nuova tecnologia
è unita a metodologie tradizionali un una specie di connubio
Retro-Tech: fibre futuristiche combinate a processi personali,
oppure trattamenti tecnici applicati a una creatività
artigianale."
Insomma, il criterio proclamato della giuria non è stato
troppo rispettato ma è almeno, servito a costruire una
mostra di "fiber art", nelle sue varie tecniche di
tessitura e tintura, di feltro e di stampa... senza le solite
intrusioni pittoriche e dilettantesche che affliggono tante mostre
del genere. Il criterio "tecnologico" ci ha pure evitato
gli onnipresenti accrocchi di fibre "naturali" con
gli onnipresenti fuscelli, pagliuzze, conchiglie eccetera eccetera.
D'altra parte purtroppo, ha precluso il concorso ai più
scrupolosi che, di fronte alle regole enunciate nel bando, si
sono astenuti dalla partecipazione.
E' un peccato che questa
mostra fosse solo riservata agli Europei, altrimenti si sarebbe
forse ammesso qualche artefice (artista? artigiano? designer?)
fra i moltissimi che operano creativamente (e ben più
funzionalmente) con materiali "high tech" nel Terzo
Mondo. Mi riferisco agli anonimi fiber-artisti che ritorcono
cordami per nautica con fibre di cocco e vecchi spaghi di plastica
(vedi in Sri Lanka), lavorano a maglia il polietilene delle buste
per la spesa (vedi in Romania), assemblano secchie per attingere
l'acqua (vedi in Sud America) o scarpe o con le vecchie gomme
e copertoni da automobile (vedi in Africa).
Tra i 37 artisti, più o meno "high tech" che
fossero, sono ammessi soltanto 3 italiani. Il che significa che
la giuria non ha obbedito a criteri localistici, per lo meno
sul versante italiano. D'altra parte, è preponderante
la presenza britannica (14 artisti su 37) ma "le connessioni
creative tra l'arte e la produzione industriale high-tech"
si perseguono attualmente soprattutto in Inghilterra. Perciò
gli inglesi corrispondono oggettivamente di più al tema
proclamato della mostra (o viceversa... insinuano i maligni).
Ottima è stata l'idea di attaccare un campione dell'opera
al cartellino che l'accompagna: così almeno c'è
qualcosa da toccare impunemente! Ottima anche l'idea di allestire,
utilizzando i tubi di cartone sui quali si avvolgono le pezze
di tessuto industriale. La inaugurazione è stata animata
da un intervento esterno di "FREE-FIBER": coincidenza organizzata
di artefici che, adeguandosi all'inclusione delle arti tessili
nel territorio delle belle arti, estendono al settore fibr-artistico
la tradizione degli artisti ambulanti nei pressi di Biennali
Veneziane ed eventi consimili.
Tutto sommato, "Artists at work" vale ampiamente 4
Euri di biglietto. Tanto più, che accanto a questa mostra,
ci sono le collezioni antiche e moderne del Museo del Tessuto
di Prato, con le fibre, i macchinari, gli attrezzi e un discreto
apparato didascalico. C'è anche una discreta libreria
dove acquistare libri sul tessile, non sempre reperibili altrove.
Il Museo è ancora sprovvisto di bar-cafeteria ma nessuno
è perfetto, e poi questa nuova sede fu inaugurata solo
4 mesi fa: molti lavori sono ancora in corso. Auguri vivissimi!...
i musei ne hanno sempre bisogno.
Giulia Nochers
Sull'inaugurazione del Museo del Tessuto di Prato
vedi in TESSIMILIA:
La
Cina è vicina anche a Prato
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