12 Mar 2002
Gentile Dottor Ghersi,
la ringrazio per averci contattato e le invio con piacere il materiale che ci ha richiesto per la pubblicazione sul vostro sito. Nello specifico:
- intervista ad Alessandra Radelli, staff Cesvi a Dushambé, sul progetto relativo all'apertura del laboratorio di tessitura per le donne afghane rifugiate in Tadjikistan - foto del laboratorio con le donne al lavoro. Mi permetto di fare un passo avanti: perchè non propone ai laboratori del vostro circuito di sostenere questa iniziativa anche con una raccolta fondi? Se questa idea le piace e le sembra percorribile, mi ricontatti, in modo tale che possiamo approfondire la modalità e l'obiettivo dell'iniziativa.
Ancora grazie. Cordiali saluti,
Nicoletta Ianniello
e-mail: ufficiostampa cesvi.orgLE DONNE AFGHANE IN UN NUOVO PROGETTO DEL CESVI*
In Tajikistan conclusa con successo la collaborazione con un'associazione di profughe afgane
(News ITALIA PRESS) Dushanbè - E' finalmente operativo il laboratorio di tessitura per donne afgane rifugiate, realizzato a Dushanbè, in Tajikistan, grazie alla donazione del CESVI (Cooperazione e sviluppo) e all'impegno dei suoi cooperatori impegnati sul fronte asiatico. "Tre telai e la lana per realizzare filati per tappeti" racconta da Dushanbè Alessandra Radaelli, responsabile per l'area tajika "sono bastati per permettere ad una associazione di donne afgane di realizzare un lavoro che per loro fa parte della cultura e della tradizione e serve per mantenere vivo il legame con il proprio Paese".
In collaborazione con la Ong locale APRAWC (Association of Rights of Afghan Women and Children) il CESVI ha finanziato e promosso questo progetto a sostegno della cultura delle rifugiate che qui hanno trovato lavoro: "Si tratta di donne che da anni hanno lasciato il loro Paese, rifugiandosi nel vicino Paese asiatico, a quattro ore dal confine, per sfuggire" spiega Alessandra "all'atrocità delle guerre". L'inaugurazione di questo centro è stato, quindi, un momento di festa in cui si è ringraziata la presenza italiana e la collaborazione dei rappresentanti del CESVI sia in Afghanistan, sia in Tajikistan, per l'impegno nella realizzazione dei progetti di cooperazione e sviluppo locale. A carico del CESVI sono, infatti, anche le spese per la formazione che si realizza all'interno di questa associazione in cui le donne tramandano la loro cultura tessile alle giovani generazioni. Nell'ambito della realizzazione del progetto e della collaborazione con l'associazione locale, ad Alessandra è perciò spettato il compito di prendere i contatti con le future responsabili della formazione e di gestire l'acquisto dei materiali, che sono poi stati portati nella sede dell'associazione.
"Si tratta" spiega Alessandra "solo di una piccolissima parte di tutto il vasto progetto che noi stiamo realizzando in questa zona in cui gli ambiti di intervento possono essere davvero numerosi, dal momento che la situazione è particolarmente difficile".
Alessandra Radaelli sta vivendo la realtà di questo momento "quasi in tranquillità" spiega "dopo un periodo in cui la situazione era particolarmente tesa": si riferisce al periodo più difficile della guerra in Afghanistan, prima delle resa dei Talebani, in cui la frontiera a pochi passi dalla capitale tajika era affollata da profughi che scappavano da un destino imprevedibile. "Ora tutto assume un'ottica diversa" sostiene "in quanto il progetto del CESVI di partecipare alla gestione dei progetti e di finanziare questa associazione è partito nel mese di novembre, nel momento più caldo della guerra. Adesso" aggiunge "è bello vedere come l'ottica del rientro nel proprio Paese stia prendendo piede tra le donne afgane rifugiate, e quindi il progetto assume un altro significato".
Alessandra Radaelli è in Tajikistan per la realizzazione dei progetti di cooperazione e sviluppo già dal marzo scorso: "ho assistito all'evolversi della crisi e al precipitare della situazione; ho visto i profughi fuggire verso il Tajikistan; ho assistito alle discriminazioni cui i profughi afgani sottostanno in questo Paese; ho vissuto con l'associazione delle donne che abbiamo finanziato numerosi problemi di carattere burocratico che impedivano formalmente loro di realizzare i progetti. Per tutti questi motivi" racconta " l'inaugurazione cui ho partecipato insieme al responsabile dei progetti per l'Afghanistan, Davide Zappa, "è stata una situazione in cui queste persone facevano tenerezza per la felicità che hanno espresso, e per come ci hanno ringraziato e per la festa che hanno voluto realizzare". Un rinfresco a base di pietanze della cucina afgana per queste persone che hanno aiutato a realizzare qualcosa di concreto che serve loro "per ricordarsi di essere afgane".
*Per gentile concessione di NewsItaliaPress.it, febbraio 2002
11 Mar 2002
Gent. Dott. Iannello,
La ringrazio per il titolo di Dottore che Le ricambio cordialmente.
Lei può inviarci una richiesta di fondi per il progetto CESVI a Dhusambé: Tessimilia pubblica TUTTO quello che arriva in redazione. Le consiglierei di chiarire ai nostri tessitori quali siano i telai da tappeti che costano 800 $ e di specificare meglio le spese e la modalità di formazione.
Perplessi saluti
WebMaster Gi
(Luciano Ghersi)
>>> scandalo sul tappeto (afghano)