E' poi inevitabile che le diverse tessiture
si colleghino tra di loro e con infinite diverse realtà,
che potrebbero apparire estranee a qualsiasi tessitura. Questa
interazione è l'iper-tessitura ed è ciò che dà vita ai tessuti culturali. L'iper-tessitura è un fenomeno ovvio di ogni
epoca e cultura. In pratica, ogni tessitore è sempre stato
anche iper-tessitore di solidissimi collegamenti culturali.
Dalla rivoluzione industriale in poi, l'attività del tessitore
è sempre più limitata. Questi limiti non derivano
tanto all'automazione della tessitura, quanto piuttosto dalla
mercificazione dell'iper-tessitura. Infatti, il tessuto culturale post-moderno si riduce sempre di più all'ipertesto globale
delle merci-spettacolo. Già un autentico tessuto è
qui incomprensibile, figurarsi una iper-tessitura!
Per quanto possa apparire lussuoso, il tessuto culturale delle
merci-spettacolo, è più miserabile che mai. Infatti,
la sua armatura è costituita da appena due fili: l'elettrico
e l'economico. Basta solo che manchino i soldi o che manchi la
corrente, e il re rimane nudo,
come al solito, perché tutto
il tessuto culturale si disgrega. Certo che poi ne resta pur
sempre qualcosa, da riciclare. Anche troppo.
Insomma al giorno d'oggi, un tessitore che trami il suo filo
nell'iper-tessitura di un più decente tessuto culturale,
non può limitarsi all'uso del telaio, ma dovrà
approfittare di tutti gli strumenti su cui gli riesce di mettere le mani (e magari anche
i piedi).
La forma e il contenuto di questo sito Web (e del suo CD-rom)
sono soltanto un caso esemplare.
Luciano Ghersi, Firenze settembre 2000