(Non) arte in bici, di massa e di officina, a Firenze
Purtroppo, ai nostri giorni,
ancora si considera Firenze come "culla mondiale delle belle
arti". Ma per fortuna (e grazie alla bici), qui c'è
qualche bell'evento di non-arte, che sorpassa la massa dei beni
culturali, i quali (assieme alle automobili) affliggono questa
sventurata città. Grazie alla bici e, dunque: "arte
in bici". Inoltre: "non arte", per definizione.
Si segnalano in proposito,
le due ultime Mestruali (o eventi mensili) di Critical Mass a Firenze: venerdì 13
Maggio e venerdì 10 Giugno 2005.
La Mestruale CM di maggio ha proposto a livello di massa (critica)
la seconda Biennale di Ciclostumistica: una cospicua sfilata di ignobile
vintage, griffato grezzamente a bomboletta.
Presenti inoltre, varie sculture bici-cinetiche, ovvero carrelli
da bici-rimorchio, realizzati in prevalenza con baby passeggini
e notevoli a livello concettuale: non rimorchiando praticamente
nulla, erano puri mezzi di trasporto, avulsi da ogni fine: apoteosi
ironiche del "Traffico".
Alla Mestruale CM di giugno,
c'é la bici Ape Maya a ruota fissa (trasmissione da triciclo
per adulti) che insegue vanamente una Fanciulla Fiore con il
suo fiore bici-rimorchiato. Si distinguono inoltre: la bici Ultima
Spiaggia, finemente incrostata di conchiglie e di stelle marine,
poi il Moto Ciclo Transgenico, ibrido incrocio di un'autentica
bici con moto giocattolo, e il Bici Padre Virtuale con scimmiotto
di pelouche sul manubrio. Presenti, d'altra parte, vari autentici
bambini, variamente installati sui loro seggiolini.
Tra le varie coppie di acrobati su bici singola, notevole è
il Duo Tamburino: uno pedala reggendo lo strumento e l'altra
glielo suona da dietro, reggendosi in piedi sul portapacchi.
La possente percussione del Duo è accompagnata da trombettieri
a pera, sempre più numerosi negli ultimi tempi, e da una
massa orchestrale di bici-campanelli.
Non manca la poesia estemporanea, ispirata all'imminente Referendum
su fecondazione medicalmente assistita, con l'efficace haiku
:
"Più bici, meno papi!"
Tutte quante le performance
appena elencate (e deliberate, più o meno professionalmente),
assumono pieno senso e spessore solo all'interno della cornice
mobile che gli è fornita da tutti quei ciclisti, che sono
coincisi, in quel giorno, in un labile stormo di Critical Mass:
uno stormo tra i tanti che infestano regolarmente il nostro pianeta.
D'altra parte, gli antichi dipinti su pala di altare, sono stati
rimossi dai propri altari accessibili al pubblico, per essere
internati nei musei, sotto guardia degli agenti di custodia dei
beni culturali. Ma questa è un'altra storia: la solita
vecchia storia dell'arte. E' una storia che possiamo lasciar
credere a chi oggi espone biciclette "d'artista" in
gallerie di sedicente arte, con bolle critiche d'accompagnamento,
fornite dal critici altrettanto sedicenti... Per fortuna, la
storia dell'arte è finita da tempo e, in effetti, pochi
la rimpiangono.
Tornando alla realtà,
questa mobile massa di bici e ciclisti è più che
cornice (è più che epi-testo) di tutte le singole
opere più sopra recensite. Infatti, secondo il primo (e
ben noto) principio dell'Arte in Bici: "qualsiasi atto di
ciclismo urbano è un'opera d'arte di per sé".
Perciò, a maggior ragione (secondo il terzo e ben noto
principio dell'Arte in Bici), lo sarà Critical Mass, che
è un'opera d'arte collettiva. Inoltre, come opera d'arte
di strada e su strada, Critical Mass è in contatto interattivo
con il pubblico, senza filtri (e sia pure, talvolta, estremamente
spiacevole).
Questa immediata interazione
di Critical Mass con il pubblico (non più spettatore passivo
ma, intimamente, attore nel dramma), è un segno distintivo
dell'autentica Arte
Pubblica *),
prodotta da gente, per la gente e fra la gente. L'immediata interazione
con il pubblico è altresì un segno distintivo dell'autentica
Arte Definitiva
**), che non
distingue tra artisti e pubblico e che definisce praticamente
soggetto, oggetto e statuto dell'arte. Insomma e in due parole:
Non Arte ***).
Arte o non arte (non è
questo il problema), la bici è in pieno sviluppo persino
sulla scena fiorentina, soprattutto nel campo cinetico, visivo
e performativo. ll suo principale centro creativo si può
identificare vagamente nella "Ciclofficina Alfonsina"
alias "Ciclon/officina", alias "Ciclofficina Brugola
Rossa" (senza battesimo definitivo, comunque, attualmente
in via Villamagna, presso CPA Fi-Sud). Indirizzi e nomi a parte,
ci si attende vivamente un analogo sviluppo dell'audio, che senz'altro
richiede dei tandem o dei quadricicli (uno guida e l'altro suona)
o apposite invenzioni ciclofoniche per one-man-orchestra. Un'introduzione
meccanica di bici-dj o sound-sistem non pare all'altezza di queste
coincidenze estetiche di massa, totalmente organizzate dal vivo
e organiche nel corpo.
In conclusione, e comunque
possa andare, suggerisco agli amanti della non arte e ai miei
colleghi critici (per lo meno ai più lucidi, se ve ne
sono) di seguire attentamente l'arte in bici fiorentina. L'avviso
è molto semplice: basta montare in bici e inter-venire
alla Mestruale di Critical Mass? Si parte ogni mese da Piazza
Santissima (già Annunziata, ora Pedalata) alle ore 18
del secondo venerdì... non si paga neppure il biglietto.
Per quanto riguarda gli artisti, non si chiedono tangenti per
la loro Esposizione. Quanto a me, questo grande saggio critico,
per questa volta, l'ho scritto proprio gratis.
Philippe Da Velò,
GIU 2005
*) Arte Pubblica, http://www.hypertextile.net/iap
**) Arte Definitiva, http://www.hypertextile.net/museoaperto/fead00.html
***) Non Arte, http://www.carta.org/rivista/
settimanale/2005/03/03Echaurren.htm