Luciano Ghersi
fiber art
nella storia dell'arte
e sul campo globale
A questa mostra ho partecipato anch'io e perciò non esprimo
giudizi sulla bellezza o l'originalità, sulla perizia
tecnica o pertinenza al tema, delle opere presenti... Preferisco
affrontarla più alla larga.
Verso la fine del
secolo scorso, fui ammesso a Chieri
come artista tessile alla prima "Biennale Italiana di Arte
Tessile" (successivamente denominata "Biennale Internazionale
di Fiber Art"). Fui molto onorato di incontrarvi Piero Simondo,
fondatore (con Asger Jorn, Guy Debord eccetera) della mitica
Internazionale Situazionista (o "IS"). La IS naque
proprio a casa di Simondo, a Cosio d'Arroscia in provincia di
Imperia (come ormai tutti sanno) mezzo secolo fa, con il programa
teorico e pratico di superare l'arte.
Simondo stava ora in Biennale per presentarvi una mostra parallela
di Martha Nieuwenhuijs, che a sua volta mi presentava a lui,
qualificandomi come "artista tessile". Mi affrettai
a dichiarargli che, piuttosto, mi qualificavo come "tessitore",
detestando cordialmente l'arte tessile. L'anziano sovversivo
mi rispose amabilmente: "Non c'è problema: io detesto
l'arte."
Quanto a Martha, ci eravamo trovati in contatto fin da quando
lei scoprì che in epigrafe a un mio libro, avevo citato
un artista celeberrimo e però tessitore, fondatore con
Simondo della IS (nonché effettivo padre della stessa
Martha). Si trattava di Asger Jorn, la sua frase era questa:
"Fin dall'antichità, i tessitori hanno trasmesso
un insegnamento rivoluzionario in modo curioso e con forme più
o meno bizzarre, mistificatrici e indirette. Una storia troppo
conosciuta per studiarla seriamente".
Il mio aneddoto è
senz'altro accidentale rispetto alla storia della Fiber Art. Per quanto riguarda l'essenza specifica della
Fiber Art, preferisco delegarne l'indagine ai fiber-critici più
competenti, come l'ottimo O'Brien. Concordo senz'altro sulla
inclusione nell'ambito dell'arte e, in dettaglio, dell'arte contemporanea.
Ci sarebbe casomai da precisare se l'Arte (nella quale la Fiber
si include) sia una essenza eterna dello Spirito o non sia piuttosto
un fenomeno sociale e transitorio, sorto storicamente (nel Rinascimento)
e storicamente deperibile, come appunto suggeriscono i maestri
della IS (in particolare, Marco Perniola vedi il suo libro "L'alienazione
artistica") e, buon ultimo, anche Loseph Beuys: "Kunst
is Kapital, l'Arte è il Capitale".
Ovviamente, ogni epoca e cultura, per quanto "primitiva"
la si consideri, ha prodotto le sue "opere belle e originali
con scienza e passione"... è soltanto l'etichetta
di "Arte" che è teoreticamente limitata... e
praticamente esclusiva. Lo conferma caso australiano dei Pittura
Aborigena: considerata prima alla stregua di un tatuaggio, oggi
si compra nelle gallerie (a proposito: perché mai non
rientra nell'Arte il Tatuaggio?).
Di conseguenza, individui, istituzioni, eventi e documenti "artistici"
(ovvero gli autori, le scuole, i musei, le mostre e i cataloghi)
non dovrebbero apparirci come incarnazioni particolari di un'Arte
assoluta e trascendente ma come fenomeni storici, concretamente
condizionati da fattori economici e politici. E' indispensbile
un certo investimento: dai grossi fondi pubblici e privati, giù
fino a quelli minimi dei sedicenti artisti che, oltre a pagarsi
critici e cataloghi, pagano un canone agli affitta-gallerie...
Perché non si è artisti se non si fanno mostre:
agli Artisti non si chiede "come stai?" ma gli si chiede
"hai fatto qualche Mostra?" (la Mostra è una
invenzione Parigina e ottocentesca).
Quanto alle opere
tessili "belle e originali, create con scienza e passione", esse nacquero con tutta evidenza, assai prima
dell'Arte e sono destinate a le sopravviverle... sempre che la
specie umana riesca ad evolversi invece che estinguersi, come
è pure possibile. Attualmente, le opere tessili coesistono
con l'Arte e perciò, in generale, mi pare sia opportuno
di permettere il loro soggiorno nei territori artistici: tanto
opportuno per i produttori (di arte e di tessile) quanto lo è
per fruitori (di arte e di tessile). D'altra parte, l'ammissione
del tessile nel campo dell'Arte può disturbare certo,
i tenutari delle scuderie artistiche e gli agenti di custodia
dei Beni Culturali. Ma io andrei persino oltre: vorrei estendere
il permesso di soggiorno anche ai tessili extra-comunitari.
Perciò, in occasione di questa nuova Biennale di Amelia,
dedicata a Fiber Art in formato mini-tessile, ritenevo necessario
di esporvi pure dei "mini-tessili extra-comunitari":
sono tessuti in Ghana da Jonas Kofi Atimieku. La creazione di
questi mini-tessili era avvenuta indipendentemente dall'evento
Biennale, perciò quando li proposi ai curatori, il programma
di Amelia era già prestabilito. Così decidemmo,
di comune accordo, di presentarli "fuori programma",
insieme con le altre installazioni e performance che poi hanno
animato piacevolmente la inaugurazione.
I "mini-tessili
extra-comunitari" sono opere
di Kente: arte tessile ampiamente praticata tra il popolo Ewe,
dove è considerata tra le arti maggiori e fattore indispensabile
della identità culturale. Per quanto sia trasmessa per
via tradizionale, da maestro a garzone, l'arte del Kente non
è fossilizzata: se ne inventano sempre nuovi disegni,
nuove figure e composizioni. E' una ricerca in perpetua evoluzione,
che rientra a pieno diritto nella Fiber Art contemporanea. Infatti,
l'arte tessile del Kente è presente da vari decenni nei
musei, nei simposi e nei corsi accademici di Fiber Art, in Europa
e in America. Giganteschi arazzi di Kente si trovano nel palazzo
dell'Onu, a New York... Finalmente, quest'arte comincia a diffondersi
anche in Italia. Varie opere tessili Kente sono state presentate
ad "Extempore, Simposio Internazionale di Accademie delle
Belle Arti" (Suvereto, LI, 2002), a "Trame d'Autore,
Biennale Internazionale di Fiber Art" (Chieri, TO, 2004),
nonché in due edizioni di "Filo Lungo Filo..."
(Leumann, TO, 2002 e 2003). La Fondazione Lisio di Firenze propone
da tempo un corso monografico sul Kente. L'Ambasciata d'Italia
nel Ghana e Alitalia G. S. A. hanno promosso e sponsorizzato
una mostra di Kente con il Goethe Institut Inter Nationes di
Accra: "Hand-in-hand Weaving" (Ghana, 2003). Il sito
internet di questa stessa mostra <http://www.hypertextile.net/hih>
è un ottimo portale per documentarsi sul Kente in lingua
italiana e non solo.
Il prossimo evento
nazionale di Kente è programmato
nel festival "Arti In Campo", dal 31 luglio a Murci,
GR, nei pressi di Saturnia: <http://www.hypertextile.net/chiesavecchia>.
Ad "Arti In Campo" sono prevesti workshop e corsi d'iniziazione
al Kente, con la partecipazione di esponenti ghanesi della comunità
Ewe residente in italia e la collaborazione di Blakhud Research
Centre - Museum che ha sede in Ghana, nel villaggio di Klikor.
Sarà anche in mostra la collezione Kente (moda, accessori
e arredamento) dell'Equo-Progetto Afevor: <http://www.afevor.com>.
Luciano Ghersi, Luglio 2004