Eva e Adamo in un arazzo ricamato, Svezia 1814
"Dio sa quando
s'è cominciato a tessere.
Lo sa anche perché, secondo la Bibbia, sotto i suoi occhi
i primi esseri umani, avvertendo la nudità come indecenza,
"consuerunt folia ficus et fecerunt sibi perizomata" (cucirono insieme delle foglie di fico
per farsene dei perizomi).
Così esordisce, con indubbio umorismo, nientemeno che l'Arcivescovo
di Vicenza, nel suo saggio "Realtà e simbolo del tessuto
a servizio della fede" inserito nel volume "Magnificenza
nell'arte tessile ecc..." (vedi
in Tessimilia).
Almeno su questo argomento, si può essere perfettamente
d'accordo con l'Arcivescovo: l'origine della tessitura non è affatto
utilitaria. Infatti
S.E., pur ipotizzando che la prima tessitura fosse destinata proprio
all'abbigliamento, non accetta il mito progressista, secondo il
quale i primi uomini avrebbero avuto freddo, perciò inventarono
prima le pellicce, poi la tessitura... e infine il pile. Niente
affatto: la tessitura non nasce dal "bisogno" di migliorare
la nostra natura di animali imperfetti, essa è sin dal
principio un evento culturale.
L'ipotesi del freddo non può reggere neppure per gli evoluzonisti:
perché mai avremmo perduta la nostra pelliccia scimmiesca,
se non perché proprio i nostri vestiti la resero (infine)
supreflua?
Del resto, per restare nell'ambito dell'abito (e senza scomodare
né Genesi né Darwin), persino ai nostri giorni è
evidente che la fatica e il desiderio di vestirsi sono investimenti
soprattutto simbolici.
WebMaster Gi 25/12/2000
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